Come diagnosticarla
Quando non si tratta di un fastidio banale estemporaneo, la coccigodinia va sempre sottoposta alla valutazione medica, sia per ottenere indicazioni su come alleviarla sia per rilevare tempestivamente possibili condizioni all’origine dei sintomi di dolore.
In genere si consiglia di rivolgersi a un fisiatra o a un ortopedico, esperti in questa patologia. La diagnosi di basa essenzialmente sui sintomi, quindi appunto il dolore al coccige che si acuisce in posizione seduta, nel passaggio dalla posizione seduta a quella eretta, quando si applica una pressione sull'area interessata nonché, talvolta, durante il rapporto sessuale o la defecazione. Per risalire alla causa del dolore, in assenza di un trauma recente, lo specialista può suggerire una serie di esami diagnostici.
Le principali malattie che causano dolore intenso alla base della colonna vertebrale, e che devono essere chiaramente escluse prima di poter emettere la diagnosi di “coccigodinia idiopatica”, comprendono:
- dolore della giunzione sacroiliaca (ossia tra osso sacro e la parte posteriore centrale dell’ileo, un osso del bacino);
- cisti o infezioni con ascessi nell’area sacrale;
- sciatalgia (infiammazione del nervo sciatico, che parte dalla base della colonna vertebrale e innerva la parte posteriore della gamba, fino al tallone) oppure infiammazione del nervo pudendo (localizzato nella stessa zona);
- emorroidi (per irraggiamento del dolore rettale alla parte centrale inferiore della schiena);
- disturbi genitourinari (come la prostatite nell’uomo) o gastrointestinali;
- sindrome del piriforme (disturbo doloroso causato dalla compressione del nervo sciatico da parte del muscolo piriforme,un muscolo piatto che si trova in prossimità delle ossa dell’anca).
Per comprendere caratteristiche e natura del dolore coccigeo, il medico di famiglia prima ed eventualmente lo specialista ortopedico in seconda battuta, dovranno valutare le modalità e i tempi di insorgenza del dolore, la storia clinica del paziente e lo stato di salute generale, nonché eseguire una visita mirata per rilevare localizzazione e probabile origine del dolore. A quest’ultimo scopo, lo specialista potrà chiedere al paziente di indicare con un dito, con la massima precisione possibile, dove è presente il dolore più forte (test detto “del dito di Foye”, dal nome del medico che l’ha utilizzato per la prima volta per la diagnosi di coccigodinia).
Di solito, la palpazione esterna dell’area coccigea evidenzia un certo grado di gonfiore. In alcuni casi, potrà essere necessaria anche l’esplorazione rettale, per comprendere meglio l’anatomia e la mobilità del coccige e dell’osso sacro (nella loro parte anteriore). A seguire, viene di norma prescritta una radiografia della base della colonna vertebrale per visualizzare la forma del coccige e dell’osso sacro, verificarne i rapporti ed evidenziare un’eventuale frattura o altre lesioni ossee. Oltre a quella convenzionale, alcuni specialisti richiedono anche la radiografia dinamica (ove disponibile), effettuata sia mentre il paziente è in piedi sia mentre è seduto, vale a dire nel momento in cui prova massimo dolore. Per un esame più approfondito, possono essere richieste una TAC o una risonanza magnetica nucleare (RMN).
La coccigodinia si differenzia dalla lombalgia sia perché in questo secondo caso i sintomi di dolore sono localizzati più in alto (curva lombare della colonna vertebrale) sia perché vengono peggiorati da alcuni atteggiamenti posturali che coinvolgono i fasci muscolari dell’area lombare della schiena, in occasione di ogni movimento che li pone in tensione. In caso di artrosi dell’anca, invece, il dolore si localizza più spesso nella parte anteriore dell'area pelvica, talvolta con irraggiamento verso l’interno della coscia, fino al ginocchio.