A cura della Redazione Brexidol
Nella pratica sportiva gli infortuni vanno messi in conto: possono verificarsi in gara o in allenamento. Ecco i rischi più frequenti cui si è esposti in alcune delle maggiori discipline.
Fare sport ha indubbi vantaggi per la salute psicofisica, ma non si tratta di un’attività completamente scevra da rischi. Quando si fa sport può capitare di incorrere in piccoli traumi a carico delle articolazioni, dei muscoli, dei tendini e legamenti, che possono determinare una condizione di dolore o infiammazione. Alla base di questi traumi ci sono cause come:
Una contusione muscolare è quella che popolarmente viene chiamata “botta”: si verifica in seguito a un colpo diretto o ripetuto che, senza lacerare la pelle, comprime e schiaccia il tessuto muscolare e connettivo sottostante. Si tratta di un’evenienza piuttosto frequente negli sport di contatto come il calcio: può essere causata dallo scontro con un avversario, ma anche in conseguenza di una caduta. Una contusione può determinare dolore e gonfiore, la comparsa di un livido (in conseguenza del danno a piccoli vasi sanguigni) o un ematoma (se i vasi danneggiati sono più grandi). Se molto forte, la contusione può anche determinare lesioni più importanti (per esempio una frattura ossea).
Sono causate da un trauma che imprime all’articolazione una sollecitazione esagerata, secondo i normali piani del movimento articolare o (più spesso) secondo piani “innaturali”. Le articolazioni più colpite nel calciatore sono: caviglia, collo del piede, ginocchio, gomito e dita.
Le lesioni muscolari, elencate per gravità crescente, sono:
Si tratta di una lesione da eccessiva attività molto frequente, che causa un dolore profondo e fastidioso, di natura infiammatoria. I segni e sintomi più comuni sono dolore locale, tumefazione, disfunzione, crepitii. Questa lesione si verifica soprattutto in atleti che si sottopongono ad allenamenti intensi e non adeguatamente programmati.
Nei giocatori di basket sono particolarmente frequenti, a causa dei particolari movimenti tipici di questo sport, le tendinopatie a carico del tendine di Achille, del tendine rotuleo (ginocchio del saltatore) e della cuffia dei rotatori. Nello specifico, il tendine di Achille è particolarmente sollecitato nel basket, soprattutto nei movimenti di elevazione e di arresto, e risulta quindi notevolmente vulnerabile nei confronti di lesioni sia di tipo traumatico acuto che, soprattutto, da sovra-utilizzo.
I fattori che favoriscono la comparsa di tendinopatie del tendine di Achille sono, tra gli altri, gli allenamenti:
Le distorsioni del collo del piede si determinano in seguito a sollecitazioni anomale, come nella fase di ricaduta dopo un salto. I sintomi sono rappresentati da:
Si tratta di una tendinopatia funzionale (a carico del tendine rotuleo) provocata da intensi e ripetuti stress dell’apparato estensore del ginocchio. Il pallavolista utilizza in particolare tale apparato nel salto, nei bruschi cambiamenti di direzione, in maniera esplosiva. Il sintomo principale del ginocchio del saltatore è il dolore rotuleo, localizzato in corrispondenza del polo inferiore, del polo superiore o della tuberosità tibiale.
Alcune lesioni a carico del ginocchio sono relativamente frequenti nei ciclisti. Le principali sono:
TIPO DI DANNO | LOCALIZZAZIONE | CAUSE |
---|---|---|
Sindrome dolorosa patellofemorale |
Faccia anteriore della rotula |
Eccessivo spostamento mediale del ginocchio durante la fase di potenza |
Condromalacia |
Progressione delle cause soprariportate fino all’interruzione della cartilagine |
|
Tendinosi patellare |
La flogosi tende ad interessare la superficie laterale del tendine |
|
Tendinosi del bicipite femorale |
Faccia posteriore della rotula |
Aumentata distensione dei legamenti a causa del sellino troppo alto o del dorso troppo distante |
La sindrome del muscolo piriforme (o semplicemente sindrome del piriforme) è un disturbo neuromuscolare in cui si verifica un intrappolamento o compressione del nervo sciatico, con conseguente irritazione dello stesso, da parte del muscolo piriforme (un piccolo muscolo dell’anca). Nei ciclisti può essere favorita dal mantenimento della posizione seduta in sella per periodi prolungati. Si manifesta con dolore alla natica e nella zona dell’anca, che può irradiarsi nella parte posteriore della coscia e peggiorare quando si è seduti e in seguito a movimenti dell’anca.
L’epicondilite laterale o “gomito del tennista” è una condizione da eccessiva attività particolarmente frequente nei tennisti, sport che richiede movimenti ripetitivi della mano e del braccio.
Il sintomo caratteristico è il dolore a livello della superficie laterale dell’avambraccio, in corrispondenza dell’epicondilo laterale, tipicamente più frequente e intenso quando si impugna la racchetta. Al dolore può associarsi rigidità mattutina e deficit funzionale dell’avambraccio.
Lo strappo si verifica tipicamente quando il tennista tenta di accelerare partendo da una posizione stazionaria con la caviglia in dorsiflessione o quando si distende per lanciare una palla. Il soggetto avverte un dolore acuto, lancinante, a livello del ventre mediale del muscolo o in corrispondenza della giunzione muscolotendinea.
Le lesioni muscolari (come contratture, strappi e stiramenti) e le distorsioni sono molto frequenti nell’atletica leggera, specialmente nelle discipline che richiedono uno sforzo molto intenso e brusche accelerazioni/decelerazioni, come ad esempio le gare di velocità o di salto.
Si osservano spesso nei lanciatori di peso, di giavellotto e di martello.
La tendinopatia del tendine tibiale posteriore è più frequente nei saltatori e nei velocisti; in particolare, questa lesione interessa gli atleti del salto triplo e del salto ad ostacoli, a causa dei microtraumi ripetuti da atterraggio con il piede in iperpronazione.
A causa del peculiare movimento basculante del bacino ad ogni passo, in chi pratica la marcia si può instaurare nel corso del tempo una tipica patologia dolorosa della zona posteriore della coscia, che può presentarsi, ma meno frequentemente, anche nei velocisti e nei saltatori.
Tale dolore alla parte posteriore della coscia, in genere associato a un dolore alla natica, che peggiora con i movimenti dell’anca, può essere dovuto alla sindrome piriforme, già descritta per i ciclisti. Per chi pratica atletica leggera, l’intrappolamento e la compressione del nervo sciatico da parte del muscolo piriforme possono dipendere da un’ipertrofia del muscolo stesso, conseguente a un periodo di intensa attività e allenamento.
Gli sciatori sono esposti a lesioni muscolari, distorsioni, varie forme di tendinopatia e soprattutto, in seguito a cadute ad alta velocità, specie nella discesa libera e nello slalom gigante, a fratture, ma anche al così detto:
Vale a dire la lesione del legamento collaterale ulnare, la cui sintomatologia tipica è rappresentata da dolore acuto e tumefazione articolare, associati a debolezza della presa.
Nei nuotatori sono relativamente frequenti distorsioni e lesioni muscolari e le tendinopatie, in particolare della cuffia dei rotatori (vedi sezione sulla pallacanestro). Sebbene i traumi più frequenti siano a carico della spalla, una lesione frequente è il “ginocchio del nuotatore”.
Una lesione osservata più comunemente in chi pratica lo stile rana, a causa della spinta laterale delle gambe da cui deriva la maggior parte della nuotata. La tensione del legamento collaterale tibiale aumenta quando il ginocchio passa dalla flessione all’estensione, come appunto si verifica in questa fase in cui l’articolazione del ginocchio subisce un’estensione a frusta e tutta la forza viene prodotta sul legamento.
La sintomatologia è caratterizzata da:
In generale, il trattamento iniziale di un infortunio prevede la sospensione della pratica sportiva, per evitare di peggiorare la situazione.
Se l’infortunio appare di lieve entità, per ridurre i disturbi nell’immediato e accelerare la guarigione è bene ricorrere a:
Se non si hanno miglioramenti nell’arco di pochi giorni è bene sottoporsi a una visita dal medico, che deve essere consultato immediatamente anche nel caso in cui il trauma sia associato a dolore e/o gonfiore molto forti, ematomi o lividi importanti, e/o a una evidente deformità della parte colpita. Egli potrà (eventualmente con l’ausilio di esami diagnostici) approfondire la natura del trauma e suggerire la terapia più adeguata.
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