La tendinite al braccio è un’infiammazione, acuta o cronica, che colpisce i tendini dell’arto superiore quando questi sono sottoposti a stress o sforzi eccessivi durante l’attività sportiva o a lavori pesanti nell’attività quotidiana, oppure a causa di vizi posturali. I sintomi tipici (dolore, gonfiore e limitazione nei movimenti) non vanno trascurati perché potrebbero sfociare in una parziale perdita della funzionalità del braccio.
I tendini sono strutture fibrose sottili, più o meno lunghe, di forma cilindrica o appiattita. Hanno la funzione di ancorare ciascun muscolo alla rispettiva struttura scheletrica, ammortizzando le sollecitazioni meccaniche e la forza esercitata dai muscoli sulle ossa stesse. I tendini sono costituiti da elastina e collagene, che conferiscono elasticità e resistenza. A causa di alcuni fattori, come un trauma improvviso o un movimento meno intenso, ma ripetuto nel tempo, i tendini possono infiammarsi. Vediamo insieme tutte le possibili cause di tendinite, come riconoscerla e come trattarla.
La tendinite al braccio si può presentare in diversi punti dell’arto superiore. Può colpire infatti l’articolazione della spalla, del gomito e del polso. Si tratta di disturbi piuttosto frequenti, dovuti al fatto che le articolazioni del braccio devono sopportare un movimento continuo e frequenti sollecitazioni meccaniche, e quindi possono indebolirsi. Inoltre i tendini, per quanto elastici e resistenti, sono scarsamente irrorati dal sangue e, di conseguenza, una volta danneggiati si riparano con difficoltà. La tendinite al braccio spesso si accompagna a borsite, l’infiammazione delle borse, piccole sacche sierose situate nell’articolazione, tra i tendini e le ossa.
La spalla può essere colpita da infiammazione del tendine sovraspinoso, che fa parte del complesso muscolo-tendineo della cuffia dei rotatori. Soggetto a movimenti di rotazione, il sovraspinoso è sottoposto a tensioni articolari che possono portare a infiammazione. In questa zona è frequente anche la tendinite del capolungo del bicipite brachiale, un muscolo che si trova nella parte anteriore del braccio. Regola il movimento di rotazione e di elevazione della spalla, oltre che quello di flessione del gomito.
La tendinite della spalla si presenta spesso nelle persone che compiono un esercizio fisico impegnativo, come il sollevamento dei pesi o il lancio del giavellotto. Sollecitazioni meccaniche ripetute possono causare lesioni serie, addirittura lacerazioni. Oltre al dolore alla spalla, compaiono gonfiore e difficoltà nel movimento.
La tendinite al gomito è l’infiammazione dei tendini che regolano la flessione dell’avambraccio nel punto di inserzione sull’epicondilo, una sporgenza del gomito. I sintomi (come dolore, gonfiore, irrigidimenti) si manifestano nel movimento di rotazione dell’avambraccio e di flessione ed estensione del polso, per esempio quando si apre un barattolo.
Generalmente quando si parla di tendinite al gomito si fa riferimento al “gomito del tennista” o epicondilite, o al “gomito del golfista” o epitrocleite. Nel primo caso sono coinvolti i tendini dei muscoli epicondiloidei, mentre nel secondo il tendine che si inserisce sul lato interno del gomito.
Sia l’epicondilite sia l’epitrocleite sono però caratterizzate più che dall’infiammazione tipica della tendinite, che in entrambi i casi è lieve e presente solo nelle prime fasi, da un processo di degenerazione del tendine. Ecco perché in caso di gomito del tennista o del golfista è più corretto parlare di tendinosi, una condizione cronica causata da un processo degenerativo a carico del tendine.
Anche i tendini del polso possono essere soggetti a tendinite. In questo caso l’infiammazione coinvolge i muscoli e i tendini estensori e flessori delle dita della mano. Possono anche
infiammarsi il tendine abduttore lungo e l’estensore breve del pollice. Assumere posture scorrette della mano a lungo sottopone i tendini a stress, come per esempio quando si fa un uso quotidiano e prolungato del mouse. Il dolore causato dalla tendinite al polso si fa più intenso quando si afferra un oggetto oppure si stringe il pugno. I sintomi vanno valutati attentamente da parte del medico, perché potrebbero far pensare erroneamente a una sindrome del tunnel carpale.
La tendinite al braccio può comparire per divere ragioni, che si suddividono in:
La tendinite al braccio non va mai trascurata perché può causare perdita di funzionalità e rigidità muscolare tali da impedire l’attività quotidiana. Se si avvertono manifestazioni come dolore, gonfiore, arrossamento, irrigidimenti alla spalla, al gomito o al polso, è quindi importante rivolgersi appena possibile a un medico, meglio ancora se un ortopedico.
Attraverso la visita, il medico indaga le cause del dolore e valuta altri sintomi specifici della tendinite. Inoltre può decidere di prescrivere esami strumentali.
Una volta giunti alla diagnosi, la terapia della tendinite al braccio prevede un approccio di tipo conservativo: sono importanti riposo e immobilizzazione dell’arto superiore almeno per qualche tempo, eventualmente utilizzando, dietro indicazione del medico, bendaggi oppure un tutore. Sono utili anche gli impacchi di ghiaccio, e i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), da assumere per bocca o da applicare localmente sulla parte dolente, sotto forma di pomate, gel o cerotti medicati.
In aggiunta, può essere utile un percorso di riabilitazione: il fisioterapista può proporre una terapia a base di massaggi decontratturanti, che aiutano a rilassare i tendini e i rispettivi segmenti muscolari, restituendo elasticità. Si può ricorrere anche a trattamenti come la tecarterapia, oppure gli ultrasuoni, onde acustiche ad alta frequenza con provati effetti benefici su dolore e infiammazione.
In alcuni casi l’ortopedico può suggerire infiltrazioni locali.
Solo nei casi più seri, si interviene chirurgicamente.
Oltre a un trattamento adeguato, è altrettanto importante anche prevenire la tendinite al braccio o una sua recidiva. A tale scopo, gli sportivi devono effettuare una fase di riscaldamento e praticare esercizi di stretching prima dell’allenamento. I gesti sportivi devono essere corretti, mai improvvisi.
Nelle attività quotidiane si devono evitare le posture scorrette e l’affaticamento a causa di lavori pesanti e ripetitivi, che comportano un sovraccarico muscolare eccessivo.
Ma quanto dura la tendinite al braccio? Nel caso di una tendinite acuta la durata può variare da qualche giorno ad alcune settimane, mentre nel caso di una forma cronica l’infiammazione può essere di più lieve entità ma perdurare più a lungo. La tendinite cronica causa infatti disturbi meno intensi, il dolore sembra attenuarsi con una notte di riposo e di immobilità, ma l’infiammazione non scompare. Il tessuto connettivo diventa fibroso, è meno elastico e si corre un più elevato rischio di rottura o di lesioni.
In entrambi i casi è comunque bene non sottovalutare il problema ed intervenire tempestivamente per facilitare la risoluzione dei sintomi.
Le principali cause della tendinite al braccio sono di origine traumatica (cadute o colpi), da sovraccarico (movimenti ripetitivi e/o faticosi), metabolica (diabete, patologie della tiroide) o circolatorie.
I sintomi tipici della tendinite al braccio sono dolore, gonfiore e limitazione nei movimenti.
I tempi di guarigione da una tendinite al braccio sono molto variabili, a seconda del tendine interessato e della cause scatenanti. Solitamente si va dalle 2-3 settimane per una prima tendinite acuta ai 3-4 mesi per i casi cronici.
La prima cosa da fare in caso di dolore e infiammazione al braccio è consultare il parere di un medico specialista, che potrà analizzare la zona interessata e studiare una terapia adatta a una pronta guarigione. In generale, si consiglia di mettere il braccio a riposo.
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