A cura della Redazione Brexidol
La tendinite al ginocchio è lo stato di infiammazione di uno dei suoi tendini, ossia di quei fasci di tessuto connettivo fibroso, costituiti da collagene e perciò dotati di una certa elasticità, che uniscono un muscolo scheletrico a un osso, permettendo così il movimento.
Si può quindi avere una tendinite al ginocchio che riguarda:
- il tendine rotuleo (detto anche legamento rotuleo o legamento patellare). Questo tendine unisce la patella (la parte inferiore della rotula) a una parte della tibia denominata tuberosità tibiale, stabilizzando così il ginocchio durante il movimento di estensione utile per calciare, correre e saltare.
La tendinite rotulea è senza dubbio la più comune e frequente, tant’è che spesso questo termine è utilizzato per indicare, in generale, la tendinite al ginocchio. Il suo principale sintomo è il dolore, di solito localizzato tra la rotula e il punto in cui il tendine si attacca alla tibia. Inizialmente, il dolore può essere circoscritto all'inizio dell'attività fisica o subito dopo un allenamento intenso (I stadio). Se non trattato adeguatamente, tuttavia, con il passare del tempo il dolore peggiora e comincia a interferire con la pratica sportiva (II stadio), ma anche con i più normali movimenti della vita quotidiana (come salire le scale o alzarsi da una sedia, e in tal caso si parlerà di tendinite al III stadio).
Tra i sintomi di questa patologia possono rientrare anche un senso di rigidità del ginocchio interessato, nonché indolenzimento e gonfiore dello stesso, dati dal processo infiammatorio in corso (che genera un ispessimento del tendine). L’infiammazione sottostante può causare anche arrossamento e calore a livello cutaneo. Infine, soprattutto nella tendinite del muscolo popliteo, il dolore può provocare debolezza articolare e muscolare, con possibile cedimento della gamba a fronte di movimenti di carico.
La fase diagnostica si basa principalmente sull’esame obiettivo e su un’accurata anamnesi: il medico esegue una palpazione della zona dolorante e può chiedere al paziente di effettuare determinati movimenti, per capire quali evochino dolore e quali no. Durante l’anamnesi vengono analizzate le principali attività fisiche (sportive o meno) svolte dal paziente, alla ricerca di cause che hanno scatenato l’insorgenza dell’infiammazione o di fattori di rischio che possano ulteriormente indirizzare la diagnosi.
Solo nei casi più dubbi si può fare ricorso alla diagnostica strumentale.
La tendinite al ginocchio è un classico disturbo da sovraccarico funzionale e movimento ripetuto dell’articolazione. Il conseguente stress su uno dei tendini causa minuscole lacerazioni del tessuto tendineo, che il corpo cerca di riparare; quando queste micro-lesioni sono tante, i processi riparativi messi in atto causano infiammazione, e quindi dolore e indebolimento del tendine.
La tendinite rotulea, per esempio, è nota anche come ginocchio del saltatore, in quanto è più frequente negli atleti che praticano sport che prevedono salti e cambi direzionali frequenti, come il basket, la pallavolo e il calcio. Questo tipo di attività sportiva, nella quale ci sono aumenti improvvisi dell’intensità o della frequenza di un movimento, è uno dei fattori di rischio più importanti per questo disturbo.
Un altro fattore di rischio per le tendiniti al ginocchio, spesso trascurato negli atleti non professionisti, è una muscolatura delle gambe poco sviluppata. Se i muscoli della parte anteriore e posteriore della coscia non sono abbastanza forti e sviluppati, sui tendini si generano forze di tensione eccessive. Una situazione analoga avviene nel momento in cui c’è uno squilibrio muscolare, ossia quando alcuni fasci muscolari (per esempio quelli dei quadricipiti) sono più sviluppati di altri.
L’obesità costituisce un altro importante fattore di rischio, perché il peso eccessivo mette a repentaglio la salute dell’articolazione rotulea anche a fronte di movimenti modesti; un discorso simile vale per le alterazioni della normale conformazione anatomica, come il valgismo (in cui piede, caviglia e ginocchio non sono allineati) o la dismetria degli arti inferiori (ovvero gambe di lunghezza diversa). L’età avanzata costituisce un fattore di rischio solo in termini di scarsa flessibilità dell’articolazione dovuta a una protratta sedentarietà.
Infine, esistono alcune patologie croniche che riducono l’afflusso di sangue al ginocchio, indebolendo così i tendini e aumentando il rischio che si infiammino.
Il trattamento della tendinite al ginocchio dipende dalla sua gravità: nei casi di infiammazione meno grave il trattamento conservativo (ossia il riposo controllato) può essere sufficiente per ridurre il dolore. Se il dolore è forte anche a riposo, il medico può consigliare di indossare un tutore o una fasciatura compressiva, o di usare le stampelle per alcuni giorni in modo da evitare ulteriori danni al tendine.
In caso di tendinopatie al II-III stadio, nelle quali il dolore e l’indebolimento del ginocchio interferiscono con le attività quotidiane, il medico può prescrivere dei farmaci con effetto antinfiammatorio e/o antidolorifico da assumere per bocca o sotto forma di pomate, gel e cerotti medicati. In casi selezionati il medico potrebbe far ricorso a iniezioni di antinfiammatori nella zona interessata.
Un altro approccio molto utilizzato per il trattamento della tendinite al ginocchio è quello di sottoporsi – nel momento in cui la sintomatologia è meno intensa - a sedute di fisioterapia specificatamente progettate per allungare e rafforzare la muscolatura di gambe e cosce. Una sessione di fisioterapia per le tendiniti al ginocchio generalmente comprende:
Tuttavia è bene, soprattutto per quanto riguarda le prime sedute, evitare il fai da te: meglio affidarsi ai consigli di un fisioterapista, in grado di realizzare una scheda di allenamento personalizzata sulla base di diversi fattori (età, stato di salute generale, tipo di attività fisica svolta normalmente, grado di infiammazione e tipo di tendine interessato).
Talvolta, il medico o il fisioterapista di fiducia può associare una o più terapie strumentali: tra queste, le più utilizzate per la cura della tendinite al ginocchio sono la terapia a ultrasuoni, la tecarterapia, la ionoforesi (tecnica che permette la somministrazione topica di medicinali per via cutanea, attraverso l’applicazione di correnti elettriche continue a basso voltaggio) e la TENS (acronimo inglese che sta per stimolazione elettrica nervosa transcutanea).
L’intervento chirurgico si opera dopo attenta valutazione del medico e in presenza di parametri ben precisi.
Esistono poi alcuni accorgimenti in grado di ridurre significativamente il rischio di sviluppare una tendinite al ginocchio, particolarmente utili per le persone che svolgono attività sportiva (amatoriale o professionistica):
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