Rappresenta la tipologia di infortunio muscolare più grave. Vediamo insieme come riconoscerlo e trattarlo.
Le lesioni muscolari sono all’ordine del giorno in chi pratica attività fisica a qualsiasi livello, dalla corsa agli sport di gruppo. Dal 30 al 50 per cento degli infortuni sportivi sono, infatti, rappresentati da contratture, contusioni, stiramenti o strappi. La contusione è una lesione da trauma diretto, mentre contratture, stiramenti e strappi sono tutte lesioni da traumi indiretti.
Sebbene i traumi possano interessare qualsiasi muscolo del corpo, le sedi più spesso colpite sono gli arti: in particolare, negli sportivi sono frequenti lesioni ai muscoli della coscia (flessori, adduttori, quadricipite) e del polpaccio (tricipite surale). Una lesione muscolare frequente nei culturisti è invece quella che coinvolge il tricipite e/o il deltoide in seguito agli esercizi di sollevamento pesi.
Come detto, esistono diverse tipologie di infortunio muscolare: la contrattura muscolare, per esempio, non è una vera e propria lesione muscolare, ma un’alterazione del tono muscolare di tutto il muscolo o di una parte di esso. Questo tipo di alterazione è spesso conseguenza di uno stato di affaticamento generale del muscolo durante l’esercizio fisico o il movimento in generale. Quando si verifica uno stiramento muscolare, invece, le fibre del muscolo interessato subiscono un allungamento eccessivo, ma senza lacerarsi. Diversamente, nel caso dello strappo si ha una rottura, più o meno estesa, delle fibre muscolari.
Lo strappo, chiamato anche distrazione muscolare, viene in genere classificato in tre categorie di gravità crescente, definite in base all’entità del tessuto muscolare lacerato:
La prima cosa da fare dopo un trauma muscolare è applicare il metodo denominato RICE, acronimo inglese che sta per rest (riposo), ice (ghiaccio) compression (compressione), elevation (elevazione). Quando la contrattura o il trauma sono di lieve entità l’applicazione di questo protocollo in tutte le sue fasi dovrebbe dare sollievo nell’arco di qualche giorno, avviando il percorso di guarigione. È importante però seguire i consigli del medico e svolgere correttamente tutti i passaggi di questo trattamento.
In primo luogo, la parte lesa deve rimanere a riposo: questo non significa che gli atleti, ma non solo, debbano restare fermi completamente, ma che non devono muovere la parte che ha subito il trauma. L’obiettivo è evitare sforzi che potrebbero nuocere gravemente alla cicatrizzazione e alla rivascolarizzazione dei tessuti.
Entro le prime quattro ore dal trauma è fondamentale applicare ripetutamente sulla lesione per almeno 20/30 minuti una borsa del ghiaccio o del ghiaccio spray. Il freddo limita infatti il gonfiore e il dolore. È stato dimostrato inoltre che l'uso precoce della crioterapia è associato a un ematoma significativamente più piccolo nello spazio tra le fibre muscolari strappate, con meno infiammazione e con una rigenerazione accelerata. Il freddo esercita infatti una potente azione sulla circolazione sanguigna, riducendo il flusso di sangue ai vasi lesionati. Al contrario, nell’immediato post-trauma è controindicato il caldo: bisogna quindi evitare qualunque forma di calore, compresi massaggi e impacchi caldi.
La compressione prevede l’applicazione di una fasciatura compressiva per garantire stabilità sulla zona del corpo lesa. Un buon bendaggio favorisce inoltre una riduzione del dolore e una rapida risoluzione dell’edema. L’ideale è farselo fare da un esperto, per esempio un fisioterapista, un medico o un infermiere, per non rischiare di comprimere troppo o troppo poco l’area interessata.
Lo step finale prevede che l’arto sia sollevato sopra l’altezza del cuore per le prime 48 ore. Questo permette di evitare il ristagno ematico, riduce l’edema e diminuisce anche il dolore.
Dopo aver messo in atto questi accorgimenti, è sempre buona regola sottoporsi a una visita medica, che prevede in primo luogo la palpazione dell’arto per valutarne la dolorabilità, ed eventualmente ad alcuni esami.
I tempi di guarigione sono ovviamente diversi a seconda del tipo di lesione:
Non esiste una dieta che aiuti a combattere direttamente le lesioni muscolari, ma può essere utile introdurre nell’alimentazione una maggiore quantità di omega 3 e antiossidanti.
I principali farmaci utilizzati in caso di lesioni muscolari sono gli antidolorifici e gli antinfiammatori non steroidei (FANS), che possono essere applicati localmente sotto forma di creme, gel, spray o cerotti medicati, oppure essere assunti per bocca. L’uso degli infiammatori per un breve periodo di tempo, durante la fase iniziale del recupero, permette di ridurre la reazione infiammatoria, senza effetti collaterali sul processo di guarigione o sulla capacità di contrazione muscolare. Esistono anche dei preparati naturali che possono dare sollievo: si tratta di unguenti fitoterapici come le pomate a base di arnica e i gel di aloe vera.
Passata la fase acuta, per rendere il tessuto cicatriziale elastico e prevenire aderenze, si può ricorrere ad alcune terapie fisiche (per esempio gli ultrasuoni o la tecarterapia) e di riabilitazione. Utili per favorire la ripresa sono anche massaggi decontratturanti eseguiti da un fisioterapista professionista.
L’ultimo step per guarire consiste nel rinforzare il muscolo interessato dallo strappo muscolare e migliorane l’elasticità, seguendo un programma di fisioterapia e rieducazione muscolare: in genere si inizia con esercizi eseguiti prima senza carico e poi gradualmente con carichi crescenti. Fondamentale è lavorare sempre sotto la soglia del dolore.
Il primo consiglio per ridurre il rischio di lesioni muscolari è allenarsi in modo corretto ed evitare uno sforzo fisico superiore alle proprie capacità. Per prevenire il danno muscolare, così come alle articolazioni, è sempre fondamentale un buon riscaldamento, che comprenda anche alcuni esercizi di stretching, prima di iniziare l’attività sportiva vera e propria.
Al termine dell’allenamento, dedicare alcuni minuti al defaticamento e quindi concludere con altri esercizi di allungamento.
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