A cura della Redazione Brexidol
Comprendere l’origine del dolore calcaneare consente di stabilire la terapia adeguata. Se trascurata, la tallonite può infatti evolvere in alterazioni posturali croniche del tallone.
Un dolore localizzato nella zona del tallone, che rende difficile o impossibile la deambulazione: questa è la sintomatologia tipica della tallonite, scientificamente definita tallodinia o talalgia. Può essere dovuta a varie cause, per esempio alterazioni congenite, microtraumi ripetuti per movimenti durante l’allenamento sportivo, postura scorretta, patologie reumatiche. Il dolore calcaneare che caratterizza la tallodinia di solito scompare nel giro di qualche settimana, ma il piede va mantenuto a riposo ed è essenziale limitare il carico per qualche tempo. Se il dolore localizzato non si attenua, è opportuno effettuare l’esame diagnostico suggerito dal medico.
Sul tallone viene scaricata la gran parte del peso del corpo ed è quindi soggetto a un sovraccarico continuo, soprattutto durante il movimento, in quanto la zona calcaneare è la prima ad appoggiarsi sul terreno. Per questo può comparire infiammazione.
Altre cause della tallodinia sono:
Per comprendere l’origine del dolore calcaneare e, quindi, stabilire la terapia adeguata, è necessaria una visita dallo specialista in ortopedia e traumatologia. Il ginocchio valgo fa assumere alle gambe un atteggiamento a X: la deambulazione scorretta che ne consegue causa dolore al ginocchio e, se non si interviene con una adeguata riabilitazione (per esempio indossando apposite solette), i movimenti tendono a compensare sul piede, causando disturbi come metatarsalgia (il dolore del metatarso, le ossa superiori del piede) e tallodinia.
Le alterazioni strutturali della pianta del piede sono causa frequente di talalgia. Il dolore si presenta spesso in coloro che hanno i piedi piatti, quando cioè manca la naturale struttura ad arco della pianta del piede. Lo stesso vale in caso di piede cavo, ovvero se l’arco è troppo alto e impedisce il corretto appoggio della pianta del piede. Queste due condizioni predispongono a un’infiammazione della fascia plantare, chiamata fascite plantare, oppure del tendine di Achille (tendinite), che possono essere responsabili di dolore calcaneare.
È essenziale individuare, caso per caso, i rimedi per ottenere il sollievo dai sintomi della tallonite e la completa guarigione. Se trascurata, la tallodinia può infatti evolvere in paramorfismi, ovvero alterazioni posturali croniche del tallone.
Il trattamento della talalgia dipende dalla causa scatenante. In caso di sovrappeso oppure obesità, una dieta ipocalorica e la pratica regolare di attività di fitness sono il primo step per avere sollievo dalla sintomatologia dolorosa, perché contribuiscono a limitare il carico nella zona del calcagno.
Il dolore calcaneare può anche essere dovuto ai microtraumi ripetuti durante sport come corsa, marcia, calcio, atletica, pallavolo, basket; in questo caso sarà necessario un lungo periodo di riposo, massaggi eseguiti dal fisioterapista ed esercizi di stretching. È essenziale indossare calzature idonee, limitare l’uso dei tacchi alti e, alla sera, mettere a riposo la pianta del piede effettuando massaggi.
Se all’origine del disturbo sono individuate malattie reumatiche, queste vanno trattate caso per caso. Se il dolore calcaneare è dovuto ad artrosi, è possibile utilizzare farmaci antidolorifici e antinfiammatori per applicazione locale, in pomate, gel o cerotti medicati, oppure effettuare infiltrazioni.
Anche l’artrite reumatoide predispone a talalgia perché chi ne soffre è soggetto più facilmente all’infiammazione del tendine di Achille, che collega i muscoli del polpaccio con il calcagno. Anche la gotta, patologia causata dal progressivo accumulo di cristalli dell’acido urico nelle articolazioni, può causare dolore nella zona calcaneare.
La più frequente causa della tallodinia è rappresentata però dall’infiammazione della fascia plantare e richiede un trattamento specifico. Oltre a mettere a riposo il piede e utilizzare calzature idonee, vanno applicati impacchi freddi per ridurre l’infiammazione. Assumere farmaci antinfiammatori per bocca o applicarli a livello topico (sotto forma di gel, pomate o cerotti medicati) aiuta la guarigione. In questa fase è utile limitare il carico, eventualmente usando stampelle. Con l’aiuto del fisioterapista è possibile effettuare massaggi sulla pianta del piede e praticare esercizi di stretching, sia sull’arto colpito da talalgia, sia su quello sano. Il fisioterapista può anche far praticare allenamenti compensativi, esercizi che mirano a ridurre il sovraccarico e a correggere le alterazioni posturali, prevenendo i paramorfismi. La tecarterapia non sempre è efficace soprattutto se è impiegata come unico trattamento per la riabilitazione. Maggiori benefici si ottengono con le onde d’urto oppure con la mesoterapia, iniezioni di sostanze antidolorifiche e infiltrazioni di cortisone sul punto di inserzione della fascia plantare sul calcagno.
La tendinopatia inserzionale achillea, infiammazione del punto di inserzione del tendine di Achille sul calcagno, è un’altra frequente causa della tallodinia. È causata da sovraccarico, sport come corsa, calcio e danza, errori nella postura e mancato utilizzo di calzature idonee. Il riposo assoluto è da evitare e non sono indicate le infiltrazioni di cortisone. Non devono però essere compiuti salti e movimenti bruschi nella prima fase della riabilitazione. Lo stretching può peggiorare il dolore, meglio i massaggi decontratturanti effettuati dal fisioterapista. Tra i trattamenti fisici, sul breve periodo sono utili sedute di tecarterapia oppure ultrasuoni, in quanto riducono la sintomatologia dolorosa. Per una ripresa completa sono più indicate le onde d’urto, in particolare quelle di tipo focale.
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