A cura della Redazione Brexidol
La contrattura è una sorta di allarme lanciato dal muscolo, che segnala il raggiungimento della soglia massima di utilizzo. È importante distinguerla da altri infortuni muscolari e trattarla adeguatamente.
Per contrattura muscolare si intende una contrazione involontaria e incontrollata di una qualsiasi fascia muscolare del corpo, con conseguente innalzamento prolungato del suo tono muscolare, dovuto a uno sforzo o a un carico eccessivo oppure a una sollecitazione ripetuta nel tempo.
La contrattura può insorgere infatti a seguito di:
Le contratture possono colpire qualsiasi muscolo adibito al controllo volontario dei movimenti; tuttavia le zone più comunemente colpite sono quelle del collo e delle spalle (trapezio e deltoide), nonché della porzione bassa della schiena (ovvero la parte lombare). Molti sportivi, poi, possono avvertire contratture anche a livello delle gambe (adduttori e bicipite femorale), soprattutto se lo sport prevede corsa e scatti improvvisi, e se viene praticato a muscolo freddo.
Il sintomo principale che aiuta a identificare la presenza di una contrattura è l’ipertonia del muscolo: solitamente si avverte anche tramite una semplice palpazione, che permette di riconoscere al tatto i cosiddetti punti trigger, ossia quelli che – se toccati – provocano dolore. Ai dolori muscolari sono spesso associati rigidità e difficoltà di movimento. La diagnosi può tuttavia non essere banale perché questi sintomi sono presenti anche in caso di altri disturbi muscolari, come crampi, stiramenti e strappi o possono essere espressione per esempio di patologie articolari. Come riconoscere quindi una contrattura?
I crampi, che come la contrattura non comportano una rottura della fibra muscolare, di solito si risolvono nel giro di pochi minuti estendendo il muscolo colpito, limitandone l’utilizzo e reintegrando liquidi e sali minerali (come sodio, potassio, magnesio, calcio) che sono andati persi durante lo sforzo fisico. La contrattura muscolare invece è un disturbo persistente, che si può protrarre anche per diversi giorni.
Nello stiramento, causato dall’allungamento delle fibre muscolari oltre il limite fisiologico, si osserva la contrazione del muscolo coinvolto associata al rilassamento di quello “antagonista”: di solito questo si riflette in un dolore acuto ma transitorio, che si esaurisce in pochi secondi (a differenza della contrattura).
Paradossalmente questo rappresenta un rischio, perché si può continuare a svolgere l’attività fisica che ha procurato il trauma muscolare, correndo il rischio di incappare in situazioni peggiori, come lo strappo muscolare. In quest’ultimo caso, infatti, si osservano lesioni delle fibre muscolari, che spesso sono accompagnate da gonfiore della zona interessata e dalla formazione di un ematoma (dovuto alla fuoriuscita di sangue dai microcapillari dei muscoli).
Uno dei rimedi più efficaci per guarire da una contrattura muscolare è la terapia conservativa, ossia il riposo e l’astensione da tutti quei movimenti che evocano dolore. Attenzione però a non esagerare neanche in questo senso: troppa immobilità, infatti, rischia di compromettere la flessibilità muscolare, esponendo così al rischio di incorrere in nuove contratture. Il riposo dovrebbe essere quindi mantenuto solo fino alla scomparsa del dolore, e non di più.
Nel frattempo, si possono applicare alcune strategie che aiutano a ridurre i tempi di recupero: per esempio, subito dopo la contrattura è possibile applicare degli impacchi caldi. Infatti, a differenza di altri traumi muscolari che causano ingrossamento o rottura di capillari (come gli strappi), le contratture non reagiscono bene all’applicazione di ghiaccio e di impacchi freddi. Al contrario il calore migliora il recupero del muscolo, grazie alla sua azione vasodilatatrice.
Di solito l’utilizzo di terapie farmacologiche è consigliato solo per i casi in cui la contrattura rende difficoltose, se non impossibili, le normali attività della vita quotidiana; in tali circostanze si può fare ricorso a medicinali ad azione antidolorifica, come i farmaci antinfiammatori non-steroidei (FANS): si possono assumere sotto forma di capsule o compresse, ma anche mediante l’applicazione locale di pomate, gel, spray o cerotti medicati, che possono agire direttamente sulla zona interessata dalla contrattura; un’altra categoria di farmaci comunemente utilizzata è quella dei miorilassanti, disponibili anch’essi per uso orale o locale.
Per aiutare il muscolo a riacquisire un livello di contrazione nella norma, quindi a “sciogliere” la contrattura, risulta molto efficace anche la ripresa stessa dell’attività fisica, prestando sempre massima attenzione a non esercitare sforzi che richiamino sintomi dolorosi: in particolare, sono molto utili esercizi di stretching e di allungamento del muscolo interessato, che possono essere accoppiati a una blanda attività di fitness aerobico, in grado di favorire l’irrorazione sanguigna della muscolatura contratta.
Nei casi in cui la sintomatologia dolorosa e la limitazione funzionale si protraggono per diversi giorni e si riducono lentamente, è consigliato rivolgersi a un/a fisioterapista, che vi potrà indicare gli esercizi e i trattamenti più adatti per la cura della contrattura, e per ottenere un recupero ottimale. Tra questi i massaggi decontratturanti, particolarmente indicati per sciogliere le contratture muscolari che interessano i fasci muscolari meno superficiali, e una serie di tecniche fisioterapiche che stanno trovando sempre maggiori applicazioni, in ambito sportivo e non:
A guarigione compiuta, poi, si consiglia sempre di praticare attività fisica con le dovute precauzioni: coprendosi quanto serve nei mesi più freddi, iniziando gradualmente l’attività (con una fase di riscaldamento ed evitando sforzi iniziali eccessivi) e concludendola con qualche esercizio di stretching.
Esistono tuttavia dei casi in cui la contrattura non è dovuta a un movimento brusco o a uno sforzo eccessivo, ma ad altre cause di natura cronica: tra queste figurano gli squilibri posturali, come quelli che si possono manifestare quando si sta troppo tempo seduti (per esempio se si lavora per molte ore al giorno al computer), o quando si assume una posizione scorretta durante il sonno.
In queste situazioni l’applicazione di un massaggio o delle terapie elencate precedentemente può aiutare a ridurre i sintomi della contrattura; tuttavia, l’unico rimedio per risolvere definitivamente il problema (e quindi prevenire l’insorgenza di nuovi infortuni) è quello di migliorare la postura, obiettivo che si può raggiungere attraverso alcune strategie tra di loro complementari:
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