A cura della Redazione Brexidol
È uno dei traumi sportivi più comuni, ma può verificarsi anche durante lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Stiamo parlando della distorsione alla caviglia, ovvero di quella che viene comunemente chiamata “storta” alla caviglia. A volte basta appoggiare male un piede mentre si passeggia su un terreno irregolare (un sentiero di campagna o anche la spiaggia) per avvertire una fitta dolorosa più o meno intensa, e ritrovarsi con la caviglia gonfia.
Può non essere nulla di grave, ma meglio non sottovalutare mai una storta. Il movimento anomalo cui la caviglia viene sottoposta, infatti, può causare danni più o meno seri ai tessuti articolari, in particolare ai legamenti, che possono stirarsi, lesionarsi o, addirittura, rompersi. Nella peggiore delle ipotesi, si può compromettere la stabilità e la funzionalità dell’articolazione, rendendo difficile la deambulazione. E una lesione non adeguatamente curata espone al rischio di recidive (cioè rende la caviglia più incline ad andare incontro ad altre distorsioni).
Approfondiamo, quindi, la struttura della caviglia, i fattori che possono determinarne la distorsione, la sintomatologia da non sottovalutare, i rimedi di primo soccorso e i trattamenti da attuare (sia in autogestione sia con l’aiuto del personale sanitario) per una guarigione completa, oltre che, infine, le strategie preventive per ridurre al minimo il pericolo di incorrere nuovamente in un trauma distorsivo.
Si parla di distorsione quando, in seguito a un movimento anomalo e brusco, si verifica un danno all’articolazione, in particolare a carico dei legamenti, che vengono mandati in trazione e allungati in modo innaturale e oltre i loro limiti: questo può comportare un loro danneggiamento più o meno grave.
La caviglia è una delle articolazioni più facilmente soggette a distorsioni. È formata dall’incontro tra i capi ossei della tibia e del perone (le due ossa della gamba) e dell’astragalo (o talo, una delle ossa del piede). La sua stabilità è garantita principalmente da due sistemi legamentosi:
L’articolazione della caviglia permette in particolare i movimenti di:
È inoltre dotata di una certa mobilità laterale, che consente parzialmente i movimenti di inversione ed eversione, in modo che la superficie plantare possa guardare rispettivamente verso l’interno e verso l’esterno
Le distorsioni più comuni sono conseguenza proprio di un meccanismo di inversione della caviglia, con la pianta del piede che ruota eccessivamente verso l’interno, andando a stressare i legamenti della parte laterale (in particolare, il peroneo-astragalico anteriore); inoltre, sono possibili anche distorsioni in eversione, con il piede che si torce troppo verso l’esterno rispetto alla caviglia, con possibile danno a carico del legamento mediale.
Un trauma distorsivo alla caviglia si verifica, come anticipato, generalmente a causa di un movimento anomalo e brusco, che forza l’articolazione temporaneamente fuori dalla sua posizione normale.
Può succedere mentre si cammina o si corre, se si fa uno scatto o in seguito a una battuta d’arresto, a un cambio di direzione improvviso, a una caduta o, ancora, atterrando sulla caviglia dopo un salto.
Ciò rende la distorsione alla caviglia una eventualità frequente in ambito sportivo, per esempio nell’atletica (soprattutto nelle discipline in cui sono previsti, salti, corsa di resistenza, corsa veloce ecc.) e negli sport di squadra (come calcio, pallavolo, basket ecc.), che prevedono movimenti rapidi, cambi di direzione, salti e, in alcuni casi, l’interazione diretta con avversari. La distorsione alla caviglia non è comunque rara anche nello svolgimento delle normali attività quotidiane.
Pur meno frequentemente, anche un colpo diretto sull’articolazione (per esempio in un contrasto sportivo) può determinare una distorsione (oltre che, di solito, una contusione).
Tra i fattori che possono favorire una distorsione alla caviglia, ricordiamo:
Al momento dell’infortunio si può avvertire una sorta di schiocco nell’articolazione, a cui segue la comparsa di:
L’intensità della sintomatologia varia a seconda della gravità della lesione che, a sua volta, è connessa al tipo di danno subito dalle strutture legamentose e anche dal numero di legamenti coinvolti.
Generalmente, infatti, si distingue tra:
Così, se una distorsione lieve può essere gestita anche a casa, in presenza di sintomi intensi, che non danno possibilità di reggersi sulla caviglia interessata né di muoverla, è opportuno rivolgersi subito al medico o al pronto soccorso, per una diagnosi approfondita e la terapia adeguata al caso.
Il trattamento di una distorsione nelle prime 24-48 ore si basa, in genere, sul protocollo RICE, acronimo inglese che sta per:
Può inoltre essere raccomandato il ricorso a farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), da applicare localmente (in pomate, gel o cerotti medicati) o da prendere per bocca, per contrastare la sintomatologia dolorosa. In alcuni casi il medico può anche prescrivere l’immobilizzazione della caviglia con un tutore rigido, mentre negli infortuni più gravi può essere necessario ricorrere alla chirurgia per riparare i legamenti o eventuali altre strutture danneggiate.
Quando i sintomi acuti si sono attenuati (e dopo un eventuale intervento chirurgico), segue generalmente una fase di riabilitazione, necessaria per ripristinare la funzione muscolare e prevenire la rigidità articolare, ristabilendo la stabilità e la flessibilità dell’articolazione e migliorando la gamma dei movimenti.
La fisioterapia spesso inizia con sedute di terapia fisica cui segue, in genere, un programma di esercizi specifici, da eseguire da soli o sotto il controllo del fisioterapista, finalizzato in particolare alla rieducazione propriocettiva, preziosa per la stabilità e l’equilibrio, ma anche per regolare il tono muscolare, la postura e i corretti movimenti. La propriocezione, infatti, è la capacità di percepire la posizione del corpo nello spazio e di riconoscere quali muscoli devono essere coinvolti nel movimento e come, sfruttando le informazioni raccolte da specifici recettori sensoriali presenti a livello di ogni articolazione (a livello della caviglia, per esempio, possono aiutare a capire il tipo di terreno su cui ci si trova).
Il decorso di una distorsione alla caviglia è strettamente legato alla gravità della lesione, oltre che al modo in cui si affrontano le prime 24-48 ore dopo l’infortunio (se per esempio non si tiene adeguatamente a riposo la caviglia, è probabile che i tempi si allunghino). Del resto anche il tipo di riabilitazione e la durata della stessa vengono stabilite sulla base dell’entità della lesione.
Se nei casi meno problematici possono essere sufficienti anche 1-2 settimane per un recupero completo, in genere una distorsione di primo grado può richiedere dalle 3 alle 6 settimane, una di secondo grado anche 2-3 mesi, mentre per una distorsione grave può essere necessario aspettare anche 8-12 mesi per tornare a pieno regime.
Riprendere le attività quotidiane e lo sport quando ancora si avverte dolore e/o non si sono riacquistati una adeguata funzionalità muscolare e l’intera gamma dei movimenti, può, infatti, determinare l’insorgenza di un problema cronico e aprire la strada a instabilità articolare e recidive.
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